Solitamente quando si parla di valutazione si affronta il problema dal solo punto di vista dell'azienda industriale o di servizi che presenta la struttura tradizionale di stato patrimoniale e conto economico.
Se si analizzano però i listini azionari si scopre la presenza di altre tipologie di aziende; tra queste vi sono tutte le imprese che operano nel settore finanziario: analizzando le prime 50 società per capitalizzazione quotate in Italia è possibile rilevare che di queste quasi la metà appartengono al settore finanziario; il peso di banche e assicurazioni è evidente anche a livello europeo tra i titoli dell'Euro Stoxx 50 è possibile individuare un peso numerico delle banche di circa il 20% e delle assicurazioni di circa il 12%.
Appare quindi di fondamentale importanza una trattazione delle problematiche relative alla valutazione di queste aziende che parta dalla specificità dei loro business e di come vengono redatti i relativi bilanci, in questo primo articolo analizzeremo il caso di un'azienda bancaria.
Le società operanti nel settore bancario realizzano i loro ricavi essenzialmente da due attività:
- l'intermediazione del denaro: differenza tra gli interessi attivi, incassati sulle risorse finanziarie date a prestito e quelli passivi, pagati per le somme raccolte;
- le commissioni e provvigioni: ricavi a fronte di servizi alla clientela;
queste due fonti differenti portano all'individuazione di due differenti margini nel conto economico che sono rispettivamente: il margine di interesse e il margine di intermediazione.
Nello stato patrimoniale di una banca sarà quindi utile individuare soprattutto gli stock di attività fruttifere e passività onerose che determinano rispettivamente gli interessi attivi e passivi mentre risulta più difficile trovare un legame tra voci dello stato patrimoniale e le commissioni e provvigioni visto che queste ultime normalmente sono legate alle attività fuori bilancio come le attività in gestione (i cosiddetti asset under management).
Attivo | Passivo | Conto Economico |
Attività fruttifere di interessi |
Passività onerose | Interessi attivi |
- Interessi passivi |
= Margine di interesse |
+ Commissioni e provvigioni |
= Margine di intermediazione |
- Costo del lavoro |
Passività non onerose | - Spese generali e amministrative |
Attività non finanziarie | = Risultato di gestione |
Patrimonio netto | - Ammortamenti e accantonamenti |
Altre attività finanziarie | = Risultato ante imposte |
- Imposte |
= Utile netto |
Nella figura 1 è riportata un possibile modalità di riclassificazione del bilancio di una banca, in esso si evidenziano le seguenti voci di stato patrimoniale e conto economico:
Stato Patrimoniale
Attività fruttifere di interessi: sono le quote dell'attivo dell'impresa che fruttano interessi attivi (prestiti a privati o aziende, investimenti in titoli a reddito fisso, obbligazioni ecc. ).
Attività non finanziarie: sono attività di carattere non finanziario (immobili, macchinari ed altro) strumentali all'esercizio dell'attività di impresa.
Altre attività finanziarie: sono attività di carattere finanziario che non hanno la funzionalità specifica di produrre interessi attivi (depositi infruttiferi, liquidità).
Passività onerose: sono le risorse finanziarie ottenute da soggetti esterni (depositi, certificati di deposito, obbligazioni) che danno origine ad interessi passivi.
Passività non onerose: sono passività che non comportano l'esborso di interessi passivi (quali i fondi rischi o il TFR)
Patrimonio netto: è l'insieme delle risorse di competenza degli azionisti della società (capitale sociale, riserve e utili non distribuiti).
Conto Economico
Interessi attivi: sono le componenti positive di reddito derivanti dalla gestione delle attività finanziarie (prestiti alla clientela o investimenti effettuati in obbligazioni o altri titoli a tasso fisso).
Interessi passivi: sono le componenti negative di reddito riconosciute ai titolari di depositi o ai detentori di obbligazioni, certificati di deposito ecc.
Commissioni e provvigioni: sono i ricavi per prestazioni di servizi alla clientela quali negoziazione di titoli, consulenza, gestione del risparmio ecc.
Costo del lavoro: è l'insieme dei costi sostenuti dall'azienda per la remunerazione dei dipendenti (stipendi, paghe, contributi).
Spese generali e amministrative: sono le spese sostenute per la gestione dell'infrastruttura e della rete distributiva (sedi, filiali) strumentali allo svolgimento dell'attività bancaria.
Ammortamenti e accantonamenti: sono gli importi accantonati dall'impresa per svalutazioni di voci dell'attivo, ammortamenti delle immobilizzazioni e rischi su crediti (solitamente quest'ultima è la quota prevalente).
Imposte: sono le somme pagate allo stato sul reddito d'impresa, le due principali voci sono costituite da IRPEG e IRAP
Come visto le banche si contraddistinguono per una differente struttura del bilancio rispetto alle aziende industriali, in particolare è possibile rilevare una diversa modalità di utilizzo delle risorse finanziarie di terzi (debito): che è strumentale all'attività specifica di impresa.
Considerando i possibili metodi di valutazione già esaminati nell'articolo "Metodi di valutazione in presenza di crescita" risultano quindi di difficile applicazione i metodi basati sull'attualizzazione dei flussi di cassa disponibili per l'impresa e il metodo dell'Eva, sono invece appropriati i metodi di valutazione basati sui flussi di cassa disponibili per l'azionista (con attualizzazione dei FCFE ma soprattutto Dividendi) e il metodo dell'excess return; in presenza di crescita le formule da applicare sono le seguenti:
Metodo FCFE-DDM
$$ W_t = \frac{Div(1+g)}{k_e - g} $$
Metodo Excess Return
$$ ER_{t+1} = \text{Utile}_{t+1} - K_e \cdot \text{Patrimonio Netto}_t $$
$$ \text{Goodwill}_t = \frac{ER_{t+1}}{K_e - g} $$
$$ W_t =\text{Goodwill}_t + \text{PN}_t $$
I dati in input per il calcolo del valore sono quindi: utile netto, costo del capitale proprio, patrimonio netto, crescita attesa.
Nell'ipotesi di una società con:
$$ \text{Utile}_{t+1} = 8.805 $$
$$ \text{Patrimonio netto}_t = 100 $$
$$ \text{Costo del capitale} = 9\% $$
$$ \text{Crescita attesa} = 5\% $$
si possono calcolare i seguenti valori: Metodo FCFE-DDM Occorre innanzitutto calcolare il payout sostenibile nel lungo periodo applicando la formula:
$$ \text{Payout sostenibile} = 1 - \frac{g}{ROE} = 1 - \frac{5\%}{8.805\%} = 43.21\% $$
applicando il payout calcolato agli utili sarà possibile determinare i dividendi sostenibili
$$ \text{Dividendo sostenibile}_{t+1} = 8,805 \cdot 43,21\% = 3,805 $$
e, a sua volta il valore di impresa
$$ W = \frac{3,805}{9\% - 5\%} = 95,12 $$
Metodo Excess Return
$$ ER_{t+1} = 8,805 - 9\% \cdot 100 = -0,195 $$
$$ \text{Goodwill}_t = \frac{-0,195}{9\% - 5\%} = -4,88 $$
$$ W_t = -4,88 + 100 = 95,12 $$
come è possibile notare i due metodi portano a risultati identici.
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