La presentazione dei risultati economico finanziari da parte delle società quotate ha raggiunto finalmente anche in Italia un livello paragonabile a quanto accade nel mondo anglosassone con comunicati trimestrali ed una diffusione capillare degli stessi tramite il web e le sezioni investor relation delle società.
Non esistendo un formato standard di pubblicazione dei dati il comunicato stampa, che rientra nella categoria dei comunicati "price sensitive" e che precede di alcuni giorni la pubblicazione del documento ufficiale (relazione trimestrale e semestrale o bilancio di esercizio/consolidato), è redatto dai responsabili interni delle relazioni con gli investitori e può essere composto, oltre che da schemi di bilancio più o meno dettagliati, anche da numerose pagine di commento.
Non sempre è agevole districarsi nei grafici e tabelle presentati in questi comunicati e soprattutto non è quasi mai di immediata comprensione l'informazione fondamentale che tutti coloro che leggono il comunicato cercano ossia "come è stata la performance aziendale" (positiva, in linea con le attese, deludente ecc.).
E' difficile dare una risposta certa a questo quesito ma, dopo aver esaminato centinaia di comunicati nella nostra attività di aggiornamento della base dati Step, riteniamo di poter fornire alcune utili indicazioni a chi vuole leggere rapidamente il comunicato limitandosi anche solo alle prime righe dello stesso (cioè al cosiddetto excutive summary).
Un comunicato di presentazione dei dati di bilancio che ha come scopo un'informazione essenziale ed efficace sui risultati dell'azienda dovrebbe seguire, quantomeno nell'executive summary, uno schema standard che, partendo dall'andamento dei ricavi, elenchi i principali margini con relative variazioni sul periodo corrispondente dell'anno precedente per arrivare all'utile netto. Un esempio, per un'azienda industriale o di servizi* potrebbe essere il seguente:
- Fatturato consolidato a x milioni di euro (+/- y% rispetto al periodo precedente);
- Margine Operativo Lordo (EBITDA) a x milioni di euro (+/- y% rispetto al periodo precedente con una marginalità del z%, +/- k punti sull'anno precedente);
- Risultato Operativo (EBIT) a x milioni di euro (+/- y% rispetto al periodo precedente);
- Utile netto del Gruppo a x milioni di euro (rispetto a y milioni di euro dello stesso periodo dell'anno scorso +/- y%);
Potrebbe poi risultare utile un'informazione sull'andamento dell'indebitamento finanziario netto con l'importo assoluto registrato a fine periodo confrontato col dato di inizio periodo per meglio comprendere quale sia stata la generazione di cassa da parte dell'impresa e gli effetti sulle macro grandezze a livello patrimoniale.
Questo è quello che accade per la maggioranza delle società o, meglio, per la maggioranza di quelle che presentano conti positivi ed in miglioramento sul periodo precedente. Quello che abbiamo osservato è infatti che le aziende che non possono vantare dei risultati in miglioramento tendono a nascondere queste informazioni inserendo nell'executive summary aspetti positivi della gestione aziendale anche se poco pertinenti con i risultati di periodo. Le principali tecniche che abbiamo rilevato sono le seguenti:
- focus su business secondari: a volte un comunicato inizia con un messaggio del tipo "forte crescita del business x a +50%" che sembra indice del fatto che i ricavi dell'azienda hanno avuto un'evoluzione positiva, salvo poi scoprire che il business in questione conta per una quota ridotta dei ricavi e nel complesso questi ultimi sono scesi;
- enfasi sul volume d'affari ma non sui margini: se l'unica voce con segno più sono i ricavi può accadere che il comunicato inizi correttamente, con l'esposizione del giro d'affari e la sua variazione sull'anno precedente ma che si rimanga sul vago quando si arriva a parlare dei margini (con frasi come "mantenimento di una elevata marginalità" che quasi sempre stanno ad indicare che è diminuita nel confronto storico);
- confronti temporali non omogenei: quando il confronto con lo stesso periodo dell'anno precedente può risultare penalizzante gli investor relator possono giocare la carta di un diverso periodo di raffronto per i dati dell'executive summary (ad esempio con l'ultimo trimestre disponibile o il dato dell'intero esercizio precedente), questa tecnica è stata usata recentemente per mostrare che si era invertita la tendenza indotta dalla crisi economica anche se i risultati erano ancora negativi se confrontati con l'anno precedente;
- confronto dei dati consuntivi con quelli di budget: confrontare i dati di consuntivo con gli obiettivi aziendali è una operazione corretta anche se dovrebbe riguardare più il management della società che gli azionisti. E' opportuno che la cosiddetta "evoluzione prevedibile della gestione" con relativi obiettivi di budget trovi posto nella relazione trimestrale o semestrale ma non dovrebbe essere l'oggetto principale del comunicato: quando questo accade potrebbe significare che i risultati sono deludenti e il management sta confidando in una ripresa dell'attività per raggiungere comunque gli obiettivi nei periodi successivi.
C'è poi il problema dei cosiddetti dati "riesposti" o "normalizzati": nel caso di società che hanno visto consistenti modifiche del perimetro aziendale (con cessioni o acquisizioni di rami d'azienda o intere società) è in uso il raffronto dei dati più recenti con una rielaborazione dei dati storici in modo da rendere omogeneo il confronto di ricavi e margini intermedi ed includere solo il "risultato netto derivante dalle attività operative cessate" negli schemi. Questo è corretto metodologicamente (anzi, si può dire che sia preferibile al mero confronto con i dati presentati un anno prima) ma, a lungo andare, può fornire indicazioni fuorvianti agli investitori che si soffermano solo su questo dato: se un'azienda è soggetta a continue cessioni di asset e adotta la tecnica dei confronti con dati riesposti potrebbe dare l'impressione di avere ricavi (e margini) in crescita anche in presenza di un trend storico negativo proprio per il fatto che di anno in anno vengono esclusi i contributi delle attività cedute; alla fine quello che interessa all'azionista non è però la variazione normalizzata (utile forse più agli analisti) ma quella effettiva.
Concludendo è possibile affermare che già dalle prime righe del comunicato stampa si può avere una sommaria indicazione dell'andamento dei conti societari anche se il consiglio è quello di andare agli schemi di bilancio magari confrontandoli con gli stessi schemi presentati un anno prima ? a volte un numero dice molto più di una intera pagina di testo.
C.G.
* per le società finanziarie cambiano le voci ma il principio di base è lo stesso, nel caso di una banca l'elenco potrebbe comprendere: margine di interesse, margine di intermediazione, risultato di gestione e utile netto.